Tradizione e gastronomia
La storia personale di Isabella del Balzo (1465-1533) è ricostruita insieme al contesto politico e sociale che attraversò. Scorrono infatti immagini di vita di corte, immaginate in base a coevi riferimenti storici, di abbigliamenti e di sfarzi adeguati al ruolo dei personaggi citati nelle pagine, insieme alla ricerca di stemmi e di nomi delle famiglie nobiliari leccesi o salentina che si sono distinte intorno all’epoca dei del Balzo.
Isabella era la terza figlia di Pirro del Balzo, duca di Andria e principe di Altamura, e di Maria Donata, figlia del duca di Venosa; nel 1487 sposò Federico d’Aragona che, nel 1496 divenne re di Napoli. Ma soltanto cinque anni dopo venne deposto e esiliato a Tour. Durante questa parentesi temporale Isabella viaggiò all’interno della regione pugliese e, quindi, questo libro rievoca e racconta come venisse sempre accolta con molta benevolenza nelle varie cittadine tra cui Carpignano Salentino.
Rogeri de Pacienza, poeta neretino al servizio della corte di Isabella del Balzo, le dedica Lo Balzino che, oltre a essere un resoconto di viaggio appositamente redatto, è ritenuto il documento più attendibile per la precisazione dei fatti, delle date, delle notizie e delle persone riportate.
Di là dal profilo biografico del personaggio trattato, nelle pagine il lettore troverà interessanti legami con l’idioma popolare o con alcune consuetudini ancora vive fino a qualche decennio fa nel Salento e, nel contempo, mi pongo la domanda se al giorno d’oggi è rimasta un’eco, sia pure impalpabile, di quella nobiltà; se è possibile scorgere una connessione tra i valori di quel tempo ormai lontano con quelli odierni; se vi sono lasciti ereditari di cui ancora godiamo…e ne siamo consapevoli o ci sfuggono!