Oltre ad Acaya, Copertino, Gallipoli, Otranto, Lecce e altri centri dell’attuale Salento, anche Corigliano d’Otranto ha posseduto un castello dalle originarie spiccate funzioni difensive. Poi, nel corso del tempo, modificò la sua funzione oltre che gli ambienti interni, assumendo la fisionomia del palazzo civile. Divenne la residenza del nobile di turno, il barone o il duca di nomina regia, incaricato di trasferirvisi con la famiglia e di rappresentare la Casata reale in tutto e per tutto il territorio infeudato.
La tradizione storiografica locale ancora oggi descrive esclusivamente la sua architettura e le evoluzioni strutturali della facciata e degli ambienti interni. Nessuno si è chiesto come gli anzidetti nobili trascorrevano la giornata, quali arredi abbellivano gli ambienti in cui vivevano, quali abiti indossavano e quali erano “le debolezze” degli uomini e delle donne di nobile casato che, nel tempo, lo hanno abitato.
In questo libretto ho cercato di ricostruire un’ambientazione che mi permettesse di richiamare una realtà parallela condotta dai nobili inquilini. Anzi è proprio questo l’obiettivo del contributo.
Conduco l’ospite in un’insolita e inedita esplorazione negli ambienti, tra gli arredi e la tavola imbandita, indugio sulle atmosfere in occasione di un pranzo ufficiale, mi soffermo su piccoli dettagli e amene curiosità, chiedendo di entrare in sintonia con me per tutto il tempo che si impiegherà durante la visita del palazzo e di sfoderare tutta la capacità di immaginazione e di fantasia.
Questo impianto narrativo, alleggerendo il testo pur rimanendo ancorato alla documentazione storica, tende a incuriosire e a intrigare il lettore.