Tradizione e gastronomia
In questi giorni, alcune vie del centro storico di Lecce stanno mutando il proprio volto facendo un tuffo nell’Ottocento e i primi anni del Novecento. La ricostruzione scenografica è utilizzata dal regista Pascal Pezzuto per ambientare il docu-film “La città dei santi di carta”, dedicato alla cartapesta leccese.
Ho manifestato al regista i miei complimenti per l’idea che sarà una preziosa testimonianza verso la lavorazione artistico-artigianale in procinto di scomparire perché sono rimasti in pochi a eseguirla e nelle botteghe non vi sono sufficienti maestranze a cui trasmettere il procedimento.
Chi ascolta o legge per la prima volta il termine cartapesta, esso risulta alquanto astratto; soltanto quando osserva i pregevoli risultati dei manufatti e conosce le tecniche di lavorazione, infarcite di qualche accattivante segreto e aneddoto, dei nomi dei detentori, delle committenze e via dicendo, allora manifesta viva curiosità.
A Lecce, durante il Seicento, accanto all’esuberanza decorativa delle facciate delle chiese e delle cappelle interne, di alcuni particolari dei palazzi civili e dell’arredo urbano d’impronta barocca, trionfò la cartapesta sacra che, al pari del repertorio lapideo, colmava il bisogno di suscitare il sentimento della fede nei cittadini.
Soprattutto ai cartapestai, prestigiatori con la carta, si chiedeva di dare forma e consistenza a oggetti devozionali, modellando statue di santi, di Cristi, di madonne, capaci di “toccare” il sensibile cuore dei fedeli e di infoltire, nel contempo, il paradiso in terra.
Si consiglia di visitare le chiese maggiori e minori di Lecce e provincia, assieme alle sacrestie annesse, e di soffermarsi presso le botteghe dei cartapestai dove è possibile trovare ottimi esemplari in attesa di essere restaurati.
Per approfondire: R. Barletta, Artigianato nel Salento tra presente e passato, Grifo, 2004
Fonte immagine: Camera di Commercio di Lecce