Tradizione e gastronomia
Le feste pasquali hanno il loro epilogo con la Pasquetta, diversamente detta riu o pascareddhra: una scampagnata con annessa merenda che si fa il Lunedì dell’Angelo e che i leccesi protraggono al martedì, rispettando un’antichissima consuetudine, retaggio del rito bizantino.
Quest’anno il 19 è stato riproposto lu riu al Parco Urbano di Belloluogo, con visite guidate alla Torre omonima, attrazioni a base di musica e spettacoli di animazione per intrattenere soprattutto i bambini.
Nell’atrio dell’abbazia di S. Maria di Cerrate il 24 e 25 aprile si svolgerà il cosiddetto panieri. Colgo l’occasione per soffermarmi sul significato etimologico avendo sentito paragoni inesatti.
La voce vuole dire ‘Fiera’, cioè mercato, venendo da Πανήγυρις-Panègyris, termine significante ogni solennità e mercato solito a farsi in occasione di feste pubbliche. È evidente l’elemento greco che costituisce il sostrato (insieme al latino) dei dialetti di Puglia (e anche della vicina Basilicata).
Un bando emesso per la città di Lecce da Maria D’ Enghien intima: “Che omne persona de qualuncha statu, et conditione si sia non ausa, ne debia fare alguno tractatu de mercantia avanti che fossero l i p a n i e r i chi sono franchi in la cita de leze:………….in li dicti giorni de li p a n i e r i franchi…………. … Et ultra questo che li turni de dicti p a n i e r i franchi se intendono solamente a fareli fare da xiij hore: oy dal levare del sole per fini alle xxiiij hore de giorni de li panieri predicti tanto del comparare, et vendere: quanto de lo cacziare de le mercantie: le quali ne li dicti giorni de li panieri franchi se accactaranno, et venderanno: li quali giorni franchi de li p a n i e r i se intendano essere franchi ad omne causa…… “.
Con un privilegio del 1452 Giovanni Antonio del Balzo Orsini, principe di Taranto, dispone che l’ Università di Lecce : ” a presenti anno incipiendo scilicet a die vicesimo mensis aprilis usque ad vicesimum quintum diem dicti mensis inclusive imperpetuum fore nundinas seu panierium vulgo nuncupatum facere constituere et ordinare possit et valeat………prope ecclesiam Sancte Mariae de Cerratae……positam extra muros licienses in ipsius tamen civitatis Licii territorio et pertinentiis…..durante dicto tempore nundinarum seu panieri……….”. Egli dispone che per quanto riguarda la città di Lecce, in essa debba vigere l’esenzione dei tributi per le fiere e per i mercati popolari. In questo documento è palese che si faccia riferimento alla fiera che si teneva a Lecce la prima domenica di novembre presso la cattedrale. Egli ordina che si prolunghi la sua durata per altri due giorni, ossia sino al martedì, e che anche per questi due giorni resti in vigore la franchigia in atto per il primo. (S. Bekakos, in www.comune.ferrandina.it).
Con la pasquetta in tutto il Salento riprendono le fiere, più che altro mercati originariamente legati all’economia agricola, e le sagre che, avendo perduto l’originaria ispirazione religiosa, rappresentano solo un momento di svago e di divertimento collettivo.
Per approfondire:
R. Barletta, Quale santo invocare? Feste e riti del calendario popolare salentino, Grifo, 2013
Fonte foto: Portalecce www.portalecce.it